ALS Ice Bucket Challenge
Dopo questo agosto di ghiaccio e fuoco ormai tutti sanno cos’è l’Ice Bucket Challenge. A seguito dell’iniziale ondata di video di celebrità americane la “sfida” è rimbalzata anche tra i VIP italiani, attirando quindi l’attenzione dei telegiornali nazionali, sempre ghiotti di goliardia internettiana da ridicolizzare, finendo un po’ sulla bocca di tutti.
Tutti sanno cos’è l’Ice Bucket Challenge. Vero?
Mia tröp – mica tanto.
Ho circa 250 persone nel mio newsfeed di Facebook, ma nonostante il campione ristretto sono riuscita a vedere un coloratissimo arcobaleno di stronzate a riguardo.
Personalmente ho partecipato con il mio video stupidino grazie al tag del mio amico Diego, e sono molto contenta di averlo fatto per i seguenti motivi:
- Ho passato un po’ di tempo con mia madre studiando il modo migliore di farmi sto benedetto video senza sembrare una marionetta controluce. La mamma non vedeva l’ora di rovesciarmi un secchio d’acqua gelida in testa dopo averla fatta aspettare appollaiata su un muretto mentre blateravo e ci siamo divertite entrambe.
- Ho fatto ridere un po’ di amici postandolo su Youtube e Facebook: priceless.
- Aggiungendo il mio video al mucchio ho fatto sì che si parlasse di una malattia orribile, che nessuno augurerebbe mai nemmeno al suo peggior nemico, la SLA.
A questo punto la domanda che viene fatta dai più chiusi di mente è: «Sì, ma hai donato?»
Sì, ho donato. Capra.
Immaginiamo una bilancia: da una parte ci sono i miei 10€ donati in sordina nel buio della mia cameretta, dall’altra milioni di video concatenati che tra una secchiata e l’altra veicolano il messaggio “La SLA è una malattia orribile, informati, parlane e dona per la ricerca.” attraversando nazioni e ceti sociali di ogni genere. Cosa vale di più? Ovviamente i video, come testimoniano i risultati della campagna: la ALS Association ha recentemente fatto un post di ringraziamento per il raggiungimento di 100 milioni di dollari di donazioni in 30 giorni rispetto ai 2.8 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente.
Centomilioni.
In da face.
Non possiamo pretendere che tutti abbiano nozioni di marketing e capiscano il valore della pubblicità, soprattutto quando si parla di video virali su internet, i meno avvezzi potrebbero trovarsi in difficoltà a comprendere cosa stia accadendo e potrebbero focalizzarsi solo sul vile denaro ritenendo superfluo tutto il resto. A queste persone do il benvenuto nel mondo moderno, chiamato era della comunicazione, e senza pretendere alcuno sforzo che va oltre le loro capacità bucoliche li invito a badare solamente al risultato finale: 100milioni di donazioni in 30 giorni solo negli USA, l’intero mondo informatizzato ora sa che la SLA esiste, molti malati non si sentono più soli e abbandonati.
Nonostante il risultato incredibile dobbiamo comunque sorbirci:
- Chi caga il cazzo per lo spreco d’acqua, sputacchiando spocchiosamente parole come Africa, siccità e bene prezioso, quando magari loro abitano nelle prealpi, dove piove tutta l’estate e c’è più acqua che ad Atlantide. Questo argomento meriterebbe una parentesi tutta sua, ma a costo di ribadire l’ovvio mi limiterò a dire: l’acqua non manca certo ovunque, e non è che versando un secchio d’acqua a Toronto la tolgo ad un bambino nel corno d’Africa. Se proprio vogliamo fare qualcosa, è possibile donare ad una delle svariate organizzazioni impegnate a costruire pozzi nelle zone bisognose come Charity: water.
- Chi caga il cazzo perchè “tanto avrebbe donato lo stesso”, e a questo punto viene da chiedersi se fanno donazioni perché vogliono davvero aiutare o è solo per fare gli hipster e bullarsi con la coscienza pulita. Io stessa, se non fossi stata investita dal treno di video dell’Ice Bucket Challenge da gente che stimo come Bill Gates, Dave Grohl o Jack Black non mi sarei mai cagata la SLA, come non mi cago moltissime altre malattie finché non ci ho a che fare direttamente. Inutile negarlo.
- Chi caga il cazzo perchè alcuni VIP non citano le donazioni e spesso nemmeno la SLA nei loro video, anche se in realtà grazie alla mole gigantesca di partecipanti attirati da questi stessi VIP sappiamo tutti di che si tratta.
- Chi caga il cazzo perchè Luciana Littizzetto ha donato solo 100€, quando 100€ sono meglio di zero e dovremmo apprezzare almeno il gesto di aver prestato la propria immagine, che vale molto di più.
- Chi caga il cazzo perchè finanziare la ricerca significa finanziare la vivisezione, parolone disumano che indigna il popolo ma che in realtà è usato a sproposito, in quanto al massimo si può parlare di sperimentazione animale.
- Chi caga il cazzo perchè è di moda, e in quanto moda va subito creata una moda che va cinicamente in controtendenza, creando a sua volta una tendenza.
Godiamoci comunque questo momento, a breve arriverà il prossimo Harlem Shake e tutti si dimenticheranno dell’Ice Bucket Challenge, della SLA e di tutto stocazzo.
Ed ora splash:
Così d’accordo con te e così a favore di questa causa! E non dobbiamo scomettere niente, ti credo che tua madre abbia goduto come una bimba xD sicuramente fosse per lei avrebbe fatto tipo “non è uscito bene, aspettiamo che ti asciughi e facciamo scena #2!” xD