When in Rome do as the romans do, or not.
Negli ultimi 9 mesi sono stata molto a Roma, non proprio come turista ma come ospite. Una quasi abitante.
Quando dico a qualche amico o conoscente che sono a Roma le esclamazioni che seguono sono sempre colme di entusiasmo, qualcosa di molto simile a: «Che bello!», «Beata te!» o «Wow, Roma!».
Venendo io dalla verde ma triste Varese non posso dare tutti i torti a queste persone, effettivamente spostarsi per un varesino è quasi un traguardo. Delle mie amicizie scolastiche pochissime sono rimaste anche solo in provincia, e chi è rimasto spesso scalpita sognando di stare in un posto migliore, magari all’estero.
Partendo quindi da un background così tetro, da una città dove lo stile predominante è quello grigio e squadrato dell’epoca fascista, nonostante sia una grande città e abbia la sua mole di casino e disservizi, Roma è indiscutibilmente da “Wow!”.
In questi giorni mi è capitato di usare spesso la macchina e di guidare per le selvagge strade romane. Sicuramente avrò infranto il codice della strada più e più volte cercando di capire come affrontare civilmente incroci estremamente creativi grazie anche alla segnaletica a terra in inchiostro simpatico, ma, nonostante lo smarrimento e lo sguardo da il cane che fa la scienza, ciò che sconvolge di più il mio animo provinciale è invero la quantità infinita di rovine antiche sparse per la città, anche nelle zone periferiche dove mai avrei pensato di incontrarne.
Rovine, che apparentemente, i romani vedono come se fossero un semaforo o un lampione.
La prima volta che ho percorso la Togliatti con la mia macchinina mi sono trovata un enorme acquedotto di traverso e sono rimasta interdetta, ho pensato: «Ma… devo passarci sotto? P-posso? Così vicino? Non è tipo sacro?» rosicando tantissimo perchè avrei voluto inchiodare e fargli una foto. Non so voi, ma nella mia testa le rovine antiche sono sempre state qualcosa di fragile da preservare, un tesoro da cui spennellare via la polvere e recintare per tenere via i vandali e i turisti troppo espansivi. Questo invece se ne stava lì, in mezzo alla strada, come se niente fosse, come se facesse parte della città.
Oh, wait.
Ok, sono provinciale, lo sanno tutti ormai, d’altronde giro nella capitale con una macchina targata “VA”.
Però permettetemi: quando passeggi in un parco pubblico e dietro ai cespugli ti appare questa vista, un po’ di sgomento è d’obbligo, anche se ti trovi al Parco degli Acquedotti e un pochino un acquedotto te lo potevi aspettare.
Ci si può avvicinare, anche toccarlo! OMG!
Io. Ci. Voglio. Andare!
guidare no, grazie. xD
Ogni volta che esco in macchina è una GUERRA. Sì, tutto maiuscolo.